Legambiente ha assegnato ai comuni rurali più virtuosi le cosiddette “Spighe Verdi 2023”: scopriamo quali sono stati i borghi che hanno ricevuto questo riconoscimento.
Sono 72 le località rurali, che in questa ottava edizione avranno il riconoscimento Spighe Verdi 2023, rispetto alle 63 del 2022: 12 i nuovi ingressi, 3 i Comuni non confermati.
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Spighe Verdi è un programma nazionale della FEE – Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita.
Per portare i Comuni rurali all’ adozione dello schema Spighe Verdi, la Fondazione ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità.
Spighe Verdi è uno strumento di valorizzazione del patrimonio rurale, anche in un’ottica di occupazione; affinché il programma raggiunga il risultato, sono necessari 2 elementi:
L’iter procedurale, certificato ISO 9001-2015, ha guidato la valutazione delle candidature, permettendo alla Commissione di Valutazione il raggiungimento del risultato, nel gruppo di lavoro è stato importante il contributo di diversi Enti, tra i quali:
Gli indicatori sono stati:
Si tratta comunque solo di alcuni degli indicatori che guidano il programma e saranno suscettibili di variazioni in un’ottica di miglioramento e di coinvolgimento dei Comuni.
Spighe Verdi si basa sull’esperienza 30ennale di FEE, presente in 81 Paesi, nella gestione del programma internazionale Bandiera Blu, un eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari.
L’agricoltura ha un ruolo prioritario nel programma Spighe Verdi, è qui che deve avvenire la rivoluzione culturale e da questa necessità nasce la collaborazione con Confagricoltura e gli altri partner istituzionali.
Le Spighe Verdi 2023 sono state assegnate in 14 Regioni.
Il Piemonte ottiene il maggior numero di riconoscimenti con 12 Spighe Verdi: Alba, Bra, Canelli, Centallo, Castiglione Falletto, Cherasco, Gamalero, Guarene, Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo. Segue la Toscana che ottiene 9 riconoscimenti: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole, Greve in Chianti, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello. Subito dopo le Marche, con 8 località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Sirolo.
Sono 8 le località anche per la Calabria: Belcastro, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia, Trebisacce. La Puglia ottiene 7 Comuni Spighe Verdi: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Ostuni, Troia.
Arriva a 7 anche il numero delle Spighe Verdi in Umbria: Acquasparta, Deruta, Montecastrilli, Montefalco, Norcia, Scheggino, Todi.
La Campania ottiene 6 riconoscimenti: Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense, Positano. Sono 5 le località del Lazio: Canale Monterano, Gaeta, Pontinia, Rivodutri, Sabaudia. Il Veneto vanta 2 località: Montagnana e Porto Tolle; in Liguria i Comuni sono 2: Lavagna e Sanremo; 2 i Comuni Spighe Verdi in Abruzzo (Gioia dei Marsi e Tortoreto) e in Lombardia (Ome e Sant’Alessio con Vialone). 1 in Emilia-Romagna, Parma. Entra anche la Basilicata con Nova Siri.
“Anche quest’anno cresce il numero di Comuni che hanno ottenuto le Spighe Verdi con 12 nuovi ingressi – dichiara Claudio Mazza, presidente della FEE Italia. – Spighe Verdi non premia un modello astratto di gestione territoriale, ma certifica azioni concrete, scelte di amministrazioni, imprese e cittadini che concorrono a una gestione virtuosa condivisa. Con Spighe Verdi si certificano i Comuni rurali che sanno porre al centro sfide importanti: dalla gestione ambientale al turismo, dall’agricoltura alla cultura e all’enogastronomia, dalla mobilità sostenibile alla protezione e valorizzazione del paesaggio. Ottenere la certificazione vuol dire aver compreso che non si può prescindere da virtuose e nuove politiche territoriali e che, attraverso di esse, è raggiungibile un nuovo sistema economico, culturale e sociale sostenibile e vincente”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it